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  • @MrAlagos

    > hanno ottenuto il contentino dello statuto speciale, la transizione post fascista è stata una passeggiata di salute

    Rispetto alla Spagna direi di sì. Qui quelle ferite sono state rimarginate tutte, tranne che presso alcuni nuclei radicalizzati ormai irrilevanti socialmente e politicamente

    > Charles De Gaulle è caduto per aver tentato di rendere la Francia più decentralizzata

    CdG è caduto perché dopo aver trasformato la democrazia parlamentare in un consolato romano quinquennale. Ha conseguito la propria missione e la destra francese non aveva più motivo di sostenerlo per le stronzate.

    > Ci vuole davvero tanto coraggio ad incolpare una riforma che finora è stata applicata per un numero davvero esiguo di ambiti mentre negli anni i governi centrali hanno sprecato soldi a destra e a manca nei modi più fantasiosi

    Basta vedere il tracollo della sanità e della scuola successivo alla modifica Titolo V per capire cosa è successo. Tant’è vero che non esiste nessun costituzionalista che non condanni modi e contenuti di quella riforma.

    Poi stranamente, persone che disperatamente tentano di difendere quella riforma costituzionale, stanno uscendo solo da qualche mese nel dibattito pubblico: fenomeno spiegabile solo con la volontà di difendere l’oscenità normativa dell’autonomia differenziata.

    > Straw man o meno, aspetto esempi di libertari che lottano per la centralizzazione

    Siccome vedo che per la seconda volta mi fai questa domanda, cerco di spiegarti perché la frase

    il federalismo libertario esiste, il centralismo napoleonico libertario (modello su cui i Savoia hanno fondato il Regno unitario) invece no

    è sbagliata.
    Come ho già spiegato, il federalismo libertario non c’entra nulla con il dibattito italiano, uno stato unitario da 160 anni che da 160 anni non presenta serie proposte federaliste a causa dell’insussistenza di quest’esigenza.
    L’unità dello stato italiano è sempre stata imprescindibile in quanto è stato, tra alti e bassi, l’unico baluardo alle potenze straniere che volevano spartirsi la penisola (ricca ed egregiamente posizionata nel Mediterraneo) in base a sfere di influenza e alle consorterie mafiose di carattere locale che dai tempi dei feudatari o delle cosche nobiliari della Roma del Duecento, per arrivare alle signorie industriali di fine Ottocento e inizio Novecento e alle cupole malavitose di fine secolo.
    Il cosiddetto federalismo in italia è solo la veste ripulita indossata dai complici della liquidazione del Paese



  • @MrAlagos

    > La Spagna ha concesso autonomie molto più forti di quelle italiane dopo la caduta del fascismo, che le aveva abolite.

    La Spagna è un ex impero, umiliato dalle potenze straniere che l’hanno distrutto (Inghilterra, Francia e USA) in cui si parlano 3 lingue diverse e in cui la repressione fascista verso i Catalani e i Baschi ha prodotto ferite incurabili.

    > L’Italia invece dopo la caduta del suo fascismo ha disatteso la costituzione repubblicana per 22 anni, istituendo solo nel 1970 le amministrazioni regionali.

    L amministrazioni regionali sono poco più che i dipartimenti napoleonici

    > un superamento di quelle idee con progetti di maggiore autonomia stanno evidentemente raccogliendo un consenso popolare molto maggiore, a partire dalla riforma del Titolo V

    La riforma del titolo V è stata votata solo perché pubblicizzata come compromesso per evitare la secessione leghista. Al momento si tratta della riforma più autolesionista mai fatta da uno stato europeo, visto che ha determinato l’esplosione incontrollata della spesa pubblica. Bella riforma, eh…

    > Se ci sono esempi di libertari che combattono per la centralizzazione violenta o forzata in uno Stato che distrugga le diversità e riduca le autonomie sono curioso di conoscerli.

    Risparmiati gli straw man, per cortesia


  • @MrAlagos non voglio fare lezioni di istituzioni comparate, ma ti ricordo che l’Italia è uno stato unitario da un secolo e mezzo, e che come ha giustamente detto @anarchiversitario le cosiddette differenze tra italiani sono più che altro una narrazione piuttosto esagerata. Le differenze tra un siciliano e un bergamasco sono di gran lunga minori rispetto a quelle che intercorrono tra un Catalano e un Madrileno, o tra un Parigino e un abitante di Strasburgo.

    La volontà di fare gli italiani è stata perseguita con forza subito dopo il Risorgimento e il sentimento nazionale italiano è ancora molto forte.

    Inoltre non esistono casi nella storia in cui degli Stati unitari siano diventati stati federali mentre il caso dell’Unione Sovietica trasformata in Confederazione degli stati indipendenti ha evidentemente mostrato tutti i propri limiti portando alla ulteriore dissoluzione di quel paese.
    Uno stato unitario non può diventare stato federale se non a causa di forti tensioni etniche che qui in Italia semplicemente non esistono!

    Il federalismo è sempre servito per unificare e non per dividere!

    Lo stesso confederalismo Democratico teorizzato da Abdullah Öcalan nasce per unificare tribù e popoli fortemente connotati per etnia e religione, con l’evidente volontà di emanciparsi da finti Stati unitari come la Siria o l’iraq o da veri e propri imperi come la Turchia e l’iran!

    Il progetto federalista italiano è morto con i federalisti risorgimentali perché è stato superato dallo Stato nazionale unitario.

    Il presunto progetto federalista italiano portato avanti dalla Lega Lombarda e della Liga Veneta era fondato sulla idea di Secessione, ma non ha mai raccolto più del 20% su base regionale. D’altra parte la buffonata sfociata nella modifica del Titolo V della Costituzione è stata una idea malsana di D’Alema e di quel partito della sinistra Democratica che voleva strizzare l’occhio all’elettorato della Lega Lombarda.

    Il progetto devastante della cosiddetta autonomia differenziata affonda le radici proprio nella ridicola modifica costituzionale del 2001 ed è stato favorito già nella scorsa legislatura dai potentati legati ai presidenti di regione, che in modo grottesco vengono chiamati governatori da una stampa inadeguata e culturalmente prona al sensazionalismo (e alle leccate di culo dei capi e capetti che ne controllano le linee editoriali).

    Per il resto, l’affermazione

    il federalismo libertario esiste, il centralismo napoleonico libertario (modello su cui i Savoia hanno fondato il Regno unitario) invece no

    è semplicemente sbagliata











  • @ailiphilia l’articolo segnalato da @Shamar parla di IA e spiega molto nel dettaglio quali sono i problemi dell’attuale impatto dell’IA nel mondo della scuola.

    Quanto all’articolo che hai citato sui cellulari in classe, sono d’accordo che riguardi una questione simile, ma credo anche che tenda ad affrontarla in modo scorretto.
    Al di là delle generalizzazioni (sbagliate ma spesso schierate dai “miglioristi” come un esercito di uomini di paglia) di chi vorrebbe dare tutta la colpa agli smartphone, è indiscutibile che questi costituiscano un problema che comporta distrazione e in particolare una diminuzione della soglia dell’attenzione. Altrettanto indiscutibile è che i professori se ne freghino generalmente.
    Infatti, se da una parte non prevedono mai momenti di utilizzo proficuo e ragionato di questi strumenti (avocando dalla finalità del loro ruolo), dall’altra incentivano i ragazzi a utilizzarli (dall’ “andatevi a vedere questo argomento su google” al semplice “i compiti li trovate sul registro elettronico”).

    Considerando quanto gli smartphone siano magnetici per l’attenzione dei ragazzi, sarebbe come se un insegnante di quarant’anni fa avesse consigliato ai propri studenti “ho lasciato i materiali delle lezioni in sala TV mentre trasmettono la partita della vostra squadra del cuore”…

    Questo è il livello… Allora mi chiedo se vogliamo ancora parlare di potenzialità della didattica integrata o se non sarebbe il caso di affrontare la squallida realtà?

    @informapirata













  • @valhalla

    > le istanze ricevono solo i messaggi degli account che vengono seguiti da qualcuno su quell’istanza: l’arrivo di nuovi utenti su una megaistanza è un problema solo se gli utenti della miniistanza si mettono a seguirne millemila, no?

    sì, ma anche no…
    Premesso:

    1. che milioni di utenti in più aumentano la possibilità che gli utenti della tua istanza ne seguano qualcuno tra essi
    2. che questo aumenta la possibilità che nei messaggi di quegli utenti vengano menzionati altri utenti “interessanti” da seguire (e le star di Instagram lo sono…) o molto prolifici
    3. che molti account, già di loro, seguono la qualunque per farsi seguire (in tanti non hanno capito che gli account threads ancora non ti vedono…)
    4. che un solo account che segue 10.000 utenti è sufficiente per farti sputtanare un server di istanza dimensionato in maniera abbastanza razionale

    Direi che al momento la scelta migliore per un’istanza è quella di defederare (o se non hai troppa paura di fotterti il server, al massimo silenziare, come sta facendo @devol ) tutta l’istanza #Threads

    Ora, in un momento in cui noi di Poliverso abbiamo già risorse al limite e stiamo aspettando di aggiornare alla prossima release per poi passare a un server dedicato, con un aumento dei costi di quasi il 100%, puoi immaginare quanto ci interessi sovraccaricare i server per dare spazio a nugoli di utenti narcisisti che, questo è il colmo, neanche possono leggerci!

    ah, aggiungo un’ultima chicca: visto che sei anche tu un utente #Friendica, potresti credere di poter seguire ugualmente gli utenti threads attraverso il loro feed RSS standard di mastodon. Vero? E invece COL CA**O! 🤣🤣🤣. Infatti Zuckino ha fatto disattivare il feed RSS sui profili Threads…

    A questo punto, l’unica cosa che mi viene in mente quando penso agli utenti Threads nel fediverso è soltanto “dovete tutti morire male!”

    @notizie @informapirata @senzapretese @leo_mantooo





  • @SinistraLibertaria @CrimethInc

    > essere ricattato dalla associazione ebrea

    Ovviamente le rivendicazioni che si possono basare su una negoziazione vengono sempre definite ricatti

    > Twitter non cancellerebbe account segnalati dalla potente e ricca associazione ebrea

    E chissà perché sono stati segnalati… Basta farsi un giro su Xhitter per vedere quanto suprematismo di matrice antisemita viene ora tollerato.
    Una precisazione importante: la ADL non è potente solo in quanto ricca, ma lo è in quanto rappresenta, con i suoi membri sopravvissuti alla shoah (sempre meno, per ovvie ragioni anagrafiche), una sorta di katechon al suprematismo di stampo antisemita.
    La nostra generazione, abituata a queste associazioni, si è spesso concentrata sui dettagli che sono la parte più fastidiosa di queste associazioni: la loro abbondante retorica, il vittimismo usato come strumento di lotta e spesso anche l’odioso ultrasionismo cieco e fin troppo tollerato di alcuni loro esponenti.
    Eppure spesso non comprendiamo quanto sia pericoloso se il loro “potere” viene meno con la morte dei loro protagonisti più anziani, quelli che hanno vissuto la shoah; e quanto questo sia l’indebolimento della poca luce rimasta a contrastare le tenebre del razzismo suprematista…

    Questa sarà probabilmente l’ultima battaglia della ADL combattuta sul campo dai superstiti della shoah e solo se il loro antagonista verrà stracciato, allora avremmo ancora tempo per consolidare le difese contro l’antisemitismo e il razzismo







  • @Kir
    veramente @C_Gajewski parlava di questo

    > (twitter) era diventato la fogna dell’umanità. Non si poteva più discutere di niente senza essere insultati, bloccati o segnalati

    e ipotizzava:

    > Sarà che l’età media è più alta? O forse rimane una cerchia culturalmente più elitaria e con un livello di scolarizzazione perlomeno decente?

    al ché si è aperta la discussione sul nesso tra scolarizzazione (intesa in senso lato) e “qualità dell’aria”. Ora tu sei libero di pensare che il motivo esclusivo della differenza ambientale tra Twitter e Fediverso

    > sia banalmente una questione di
    A) numeri
    B) altoritmo

    Ma la realtà è che in un ambiente come il fediverso, molto più consapevole della media su tematiche come:

    > il software libero, la netiquette, la decentralizzazione, il self hosting, l’impatto algoritmico, il puralismo, l’hacking virtuoso e il crowdfunding

    che trovano una rilevante parte del loro fondamento su ragioni squisitamente etiche, l’etica della comunicazione è avvertita in maniera molto più intensa.

    Ecco perché bisognerebbe prendere respiro e valutare tutto lo scenario prima di dire che questo aspetto

    > non ha nulla a che vedere di per sé con i temi che hai citato