• Informapirata@feddit.it
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    2 years ago

    Ma infatti non deve essere una parte della popolazione così esigua a decidere in una tornata referendaria ed è questo lo spirito del quorum. Tuttavia e in generale il numero degli elettori attivi che sta scendendo sempre di più. In questo senso tarare il quorum di un referendum in base alla media delle ultime tre tornate elettorali consentirebbe di correggere quella quota fisiologica di astenuti tenendo la fuori dal quorum. Faccio un esempio: se nelle ultime tre elezioni politiche La partecipazione è stata dell’85%, dell’80% e del 75%, allora si fissi il quorum al 40% (= la metà dell’80%).

    Oppure bisognerebbe iniziare a considerare elettori non attivi quelli che per più di tre tornate elettorali non vanno a votare. Il ché non significa che perderanno il diritto di voto, ma semplicemente che non verranno considerati per i quorum referendari.

    O se proprio non si vuole considerare l’ipotesi di non toccare il meccanismo del quorum, bisognerebbe almeno formalizzare che un referendum privo di quorum dispone ufficialmente del valore di referendum consultivo, così da impegnare le camere a legiferare in proposito.

    Insomma, ci sarebbero tantissimi modi per salvare l’istituto dei referendum, ma il rincorrere l’astensionismo attivo quando fa più comodo all’una o all’altra forza politica non è il sistema migliore per mantenere quello che, ricordo, costituisce l’unico Istituto di democrazia diretta presente in Italia.

    • Isendel@feddit.it
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      2 years ago

      Premesso che, per come la vedo io, in maniera scherzosa sono sempre pronto ad appoggiare proposte tipo “diritto di voto a punti” che va, in qualche modo, meritato sul campo 🙂 Per tornare a questioni più dirette e pratiche, io sono dell’idea che, ad oggi, la cosa più sensata sarebbe quella di, come tu suggerisci, modificare il valore di determinati referendum in termini prettamente consultivi e di impegno obbligato da parte delle camere. Penso sia troppo complesso questionare e ragionare di percentuali relative e pesate su un campione così variabile, renderebbe il tutto molto complesso e parimenti utilizzabile come strumento antidemocratico. Sarebbe, per me, più interessante che chi propone un referendum si prenda il rischio circa su quale tavolo puntare: consultivo senza quorum o abrogativo con quorum. Questo sarebbe sicuramente più interessante anche nella partita politica.