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Cake day: June 7th, 2022

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  • @diorama In realtà, con Mastodon so che non è così semplice. Nel senso che si può fare (ricordo che c’è addirittura un’istanza con limite di 15k caratteri), ma farlo richiede mettere mano al codice in un paio di punti. Non è un’impostazione facilmente configurabile come lo è in altre implementazioni, è una critica che veniva mossa specificatamente a Mastodon fino a pochi mesi fa. Non a caso, la maggior parte delle istanze ha un limite di 500 caratteri.
    Poi, io sinceramente non ho il dono della sintesi, tendo a dilungarmi. Questo stesso messaggio non lo sto pubblicando da @junbird perché è giusto un po’ troppo lungo. Sul mio profilo Mastodon mi sforzo tanto di stringere. Non mi piacciono i post divisi in più parti, quindi spesso ometto tanti dettagli e particolari pur di rientrare nei 500 caratteri. Tuttavia, non sempre si possono omettere così tanti dettagli.




  • I’m not sure whether to be nervous about this. It’s clearly going to be an alternative to ActivityPub, Diaspora and so on, but I don’t expect this new protocol to be integrated into the fediverse and it will likely be its own standalone network. I wonder if it will be able to catch on, and in that case what will it mean for the fediverse. I guess it will just continue to exist, but there would be no futher hope for mainstream adoption.

    Do you think this protocol might be a good thing? I mean, would it be that bad if it replaced the fediverse? I’d like to hear some opinions on this. Weirdly, no mentions of blockchains or cryptos. I was expecting this to be part of Dorsey’s “web5” vision (and I guess it will probably fit into it).

    Now that I think about it, I guess that it would be possible for the admin of an AT protocol’s instance to make their server compliant to ActivityPub as well? Dunno if that would make sense or even be convenient in any way. I also wonder whether the target of this protocol are the mainstream social network platforms (think of Twitter and TikTok federating over this).


  • @Antonio_Gulino Questa è una problematica che più di qualcuno ha sollevato e sulla quale anch’io mi ero soffermato. Come ho già ammesso in un’altra sede, al momento ho ancora poche informazioni sui dettagli di come il sistema è implementato attualmente, quindi non so neanche se questa è una preoccupazione che è già stata presa in considerazione. Personalmente, mi sono ritrovato a fantasticare sugli oblivious transfer e altri schemi crittografici del genere, ma onestamente ora come ora questo non è assolutamente il mio ambito di competenza (sebbene mi interessino molto questo tipo di tecnologie). Perdonami per l’ignoranza, posso chiederti cosa intendevi per “le recupera evtl”? Ho provato a fare ricerche a riguardo, ma non sono riuscito a trovare granché.


  • @iusondemand No, sono uno studente dell’Uniba. Credo che la faccenda che hai menzionato sia la stessa che è stata portata alla mia attenzione su Mastodon. Ha a che fare con questa lettera? docs.google.com/document/d/15j… Non ne ho ancora sviscerato i dettagli (probabilmente lo farò domani mattina, perché in questo momento sto facendo fatica a tenere aperti gli occhi), ma mi è parso di capire che stessero ridistribuendo un grosso dataset di attività di istanze del Fediverso. Non è una situazione un po’ diversa, considerando anche che il sistema che ho descritto non conserva i dati che processa, ma solo l’output della profilazione, e che fa tutto questo solo su esplicita iniziativa dei singoli utenti?
    Per quanto riguarda invece i dubbi sollevati, forse avrei dovuto specificare che questo sistema non è necessariamente da immaginare come una piattaforma centralizzata, che conserva le profilazioni di tutti. Il sistema verrà prima o poi reso open source, il che implica che chiunque potrebbe eventualmente averne una propria istanza, totalmente auto-controllata.


  • @leo_mantooo Quando parlo del fatto che l’utente può utilizzare la propria profilazione nei contesti che ritiene più etici, mi riferisco anche a dilemmi del genere. Magari un utente potrebbe decidere di non usarla mai nel contesto dei social network. Non credo inoltre che i suggerimenti di post e contenuti portino necessariamente alla costituzione di bolle. Gli algoritmi dei siti mainstream sono tarati in quella maniera, per massimizzare la ritenzione delle sessioni e la quantità di interazioni, ma mettere a punto algoritmi di raccomandazione che non rinchiudano l’utente in una echo chamber è possibile.


  • @skariko Capisco che intendi, perché è qualcosa che ho riscoperto solo da pochi mesi, quando mi sono avvicinato a Mastodon (il mio profilo è pieno di toot in cui mi stupisco di quanta “roba” fossi in grado di trovare esplorando liberamente il fediverso). Come ho detto in un’altra sede, però, ci vedo del valore comunque nei suggerimenti e ritengo che il problema nasca quando questi suggerimenti vengono imposti come unica alternativa alla fruizione dei contenuti. Voglio i suggerimenti, ma voglio anche la lista imparziale di opzioni dalla quale scegliere. Penso sia (anche) un problema di scelta, che a volte non viene data agli utenti.
    Non sono sicuro di aver capito cosa intendi per “profilazione obbligatoria”, però. Nel senso, no, nessuno ti costringe a profilarti. Tutto nasce dall’iniziativa dell’utente.




  • @ColorIsh No, circa IPFS sono abbastanza informato (non troppo, ma le basi le conosco). Mi riferivo a FileCoin. Anche a me IPFS intriga molto, in generale il poter richiedere risorse in base a cosa sono piuttosto che in base a dove sono. Tuttavia anch’io sono scettico circa la sua adottabilità dal mainstream (nonostante l’obiettivo di questo protocollo sia letteralmente quello di rimpiazzare quello HTTP). Tuttavia è concettualmente molto figo. So che Brave supporta IPFS nativamente e che gli altri browser possono supportarlo tramite plugin. Realizzare un sito hostato su IPFS sarebbe un progettino divertente. Peccato che ora come ora l’unica applicazione che IPFS è riuscita a trovare sia quella di hostare le immagini associate agli NFT (una soluzione adottata al solo fine di poter dire che gli NFT sono decentralizzati ecc).


  • La prima in realtà, nel senso di utilizzare le blockchain per file sharing/cloud storage, non è neanche realizzabile, a causa dei limiti alle dimensioni dei blocchi di cui parlo. Esiste in realtà una blockchain, quella di FileCoin, il cui scopo è proprio quello. Non me ne sono mai interessato molto, quindi mi mancano i dettagli tecnici, ma in realtà mi è parso di capire che non è la blockchain a fornire questo servizio, bensì proprio la rete IPFS. FileCoin introduce solo degli incentivi per tentare di rendere IPFS economicamente sostenibile (credo che FileCoin sia un progetto a cura proprio degli sviluppatori di IPFS), Onestamente, però, non ho idea di come funzioni e se effettivamente funzioni.