ci sarà tempo, ci sarà tempo

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Cake day: May 29th, 2022

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  • @mattreb @skariko forse c’è qualcosa che non ho capito bene nel post che hai linkato, ma a me sembra che Gorhill dica piuttosto:
    “ho lasciato il supporto di uMatrix perché non potevo starci dietro. Adesso l’ingiustificato deListing di uBOl e la necessità di afftontare la questione ha portato l’impegno di supportare la versione Firefox oltre il limite dell’ “impegno che non posso prendermi”.
    Ma la quantità di impegno da prendersi dovrebbe essere una decisione personale e non una decisione presa da altri”.





  • - ottimo punto d’osservazione

    verissimo, per me è questo il vero punto di forza di Friendica. Oltre a parlare con “tutto” (fediverso, ma anche diaspora, gnu social, feed rss, twitter…) permette anche di catalogare tutto. I post sono automaticamente raggruppati per protocollo e raccolti in archivi per anno, si hanno a portata di mano gli hashtag salvati per tracciare un determinato argomento, e inoltre puoi definire i tuoi gruppi di contatti e vedere la timeline di quel gruppo, puoi salvare specifici post in cartelle personalizzate. Questo, insieme alla ottima possibilità di seguire i forum e poter addirittura crearvi thread, rende per me Friendica un ottimo punto di partenza quando mi collego.
    Inoltre la struttura “a la Facebook” a post e commenti mi rende molto più semplice leggere una conversazione, rispetto a doverne capire la sequenza di toot e risposte.

    Per me i post lunghi sono un motivo tra i tanti, ma non tra i più importanti.

    Cosa mi manca di Mastodon quando uso Friendica?

    Innanzitutto la velocità. Non so se è Perl vs PHP o se è una questione di tema, ma Mastodon sembra sempre più leggero e reattivo. Friendica sembra girare in modo poco fluido, a prescindere dalle prestazioni del pc con cui lo apro o dell’istanza usata o del tema scelto.

    Poi l’interfaccia.
    Quella di Mastodon è già “matura” e focalizzata su quello che si usa davvero.
    Anche su Friendica posso inserire i testi alternativi alle foto, ma devo ricordare una sintassi bbcode, che sarà pure facile per chi ha una conoscenza di base dell’html, ma non è certo intuitiva allo stesso modo.
    Anche caricare una foto in un post non è un’operazione così intuitiva, a dirla tutta: se non apro l’editor esteso, posso solo sceglierne una già caricata nei miei media in precedenza.
    I content warning su Mastodon sono implementati in modo improprio, sfruttando una funzionalità che nasce per altri fini; nondimeno, il sistema è efficace e d’immediata comprensione.

    Se non ricordo male, nei TOS di poliverso c’era un passo che diceva che l’istanza si proponeva come “punto di partenza” e invogliava gli iscritti a provare anche altre istanze o installarsene una in selfhosting.
    In effetti con me il proposito è stato centrato: una volta che sarò riuscito a documentarmi a sufficienza, mi piacerebbe molto hostarne un’istanza privata o quasi, da usare come punto di accesso personale al fediverso e al web, ma anche come strumento di comunicazione e piattaforma di blogging.

    Al contrario, nel caso di Mastodon trovo più sensato trovare un’istanza in cui ci si trova particolarmente bene e usarlo più nel senso classico di social, seguendo soprattutto la TL locale.


  • tabella interessante.
    Da utente Tutanota, posso raccontare le mie impressioni:

    Sulla voce “Open Source: solo client” mi sa che mi sfugge qualcosa;
    in pratica i client desktop sono interfacce Electron alla webapp con qualche feature aggiuntiva.
    Sì, i client desktop “autoverificano” la propria firma, per cui sei sicuro di usare un client “originale”; ma che succede se a essere manomesso fosse il sito? Se tutta la parte web è proprietaria, sarebbe sbagliato affermare che tutto il servizio in pratica lo sia?

    Sulla criptazione:
    - delle mail in uscita è criptato anche l’oggetto.
    - i contatti e calendari e l’intero contenuto della posta dovrebbero essere interamente criptati (ma non c’è modo di verificarlo o non ne sono in grado)
    - non “parla” con pgp
    - se mandi una mail criptata a un indirizzo non-tutanota, il destinatario riceverà un link per leggerla sul loro sito, previa inserimento di una passphrase concordata per singola email (ma il sistema ricorda l’ultima passphrase usata per il contatto, in modo da rendere il tutto un po’ più “facile”)

    In definitiva una soluzione un po’ rigida, ma col vantaggio di una presentazione dei servizi intuitiva abbastanza da rendere le comunicazioni criptate accessibili a chi non abbia voglia o interesse di capire come configurare PGP o GPG.

    Il mio obiettivo era di ricevere tutte le comunicazioni (perlopiù automatiche) relative alle mie attività online (conferme d’ordine, notifiche da siti PA, trasmissione doc sanitari - bancari ecc) fuori dalla raccolta dati dei GAFAM, e per quello dovrebbe andar bene

    mi sono sembrati una buona via di mezzo tra non essere provider giganti di servizi gratuiti dove il prodotto sei tu e non essere servizi così nuovi-piccoli-precari da ritrovarmi privato del servizio da un giorno all’altro.

    Ma se fossi un attivista o una persona con esigenze specifiche di riservatezza per la tutela della mia stessa sicurezza, opterei per un servizio email “classico” IMAP+SMTP tra quelli elencati nella tabella o offerti da associazioni affidabili e riconosciute nel campo, in combinazione con chiavi pgp generate e custodite da me.