Ci sono perplessità sia per la conformità della piattaforma al concetto di cloud first (e al trattamento dei dati personali), sia per la concorrenza

C’è un problema com Microsoft 365 in Francia. Come ha sempre fatto, il colosso di Redmond ha permesso alle scuole e alle università – e a chi le frequenta – di scaricare una versione gratuita del suo pacchetto. Una proposta ritenuta allettante, perché permette di avere libero accesso a quello che una volta veniva chiamato “pacchetto Office” e a tutta una serie di altri servizi per la gestione delle mail e delle comunicazioni interne. Sul tema è stata fatta, in estate, una interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione che, qualche giorno fa, ha risposto picche. Per Microsoft 365 in Francia, dunque, si assiste al medesimo processo che, ad esempio, Google Analytics ha dovuto affrontare in Italia, dopo la decisione del Garante della Privacy.

Il ministero ha risposto innanzitutto sulla compatibilità di Microsoft 365 con il sistema del cloud first (previsto per tutti i servizi informatici presenti sul territorio francese e non solo), sia con il GDPR, il regolamento europeo sulla privacy, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento dei dati personali verso Paesi terzi che, quindi, non hanno lo stesso livello di sorveglianza della privacy rispetto all’Unione Europea.

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  • DouglasFan@feddit.it
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    2 years ago

    le informazioni contenute nel sito che hai segnalato sono completamente errate.

    Sì, infatti mi lasciavano perplesso (e l’ho segnalato qui per capire se lasciavano perplesso solo me) Comunque LibreOffice dalla versione 5 e qualcosa dovrebbe avere un supporto per il cloud, ma giustamente:

    Quando si parla di Pubblica Amministrazione, inoltre, il criterio di scelta non dovrebbe essere “gratis” o “a pagamento”,

    Ovvio

    ma, rimanendo in tema di etica, tra software proprietario e software libero.

    Credo che il tema etico in una PA non entri se non in campagna elettorale. Penso più al discorso sicurezza, come primo “desiderata”. Non che poi chi decide eventuali acquisti ne capisca, ma per fortuna c’è AgID - Agenzia per l’Italia Digitale - che qualcosa di buono prova anche a fare. Poi non è detto gli riesca bene, però lo spid sì.